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Massimo Padelli

La passione per la fotografia è iniziata nel 1972, quando, dopo aver letteralmente divorato decine di riviste fotografiche prestate da un amico appassionato, riuscii ad acquistare la mia prima reflex.
Quando nel 1975 ad Arezzo si formò un nuovo circolo, il Gruppo Fotografico “La Pieve”, trovai
l’occasione per iniziare un nuovo percorso con altri amici fotoamatori.
Dallo stesso anno iniziai a partecipare ai concorsi fotografici patrocinati dalla F.I.A.F., dalla F.I.A.P. e dalla P.S.A. ottenendo numerosi riconoscimenti in Italia e all’estero, raggiungendo nel 1982 la meta che mi ero prefissato: l’onorificenza di A.F.I.A.P.
La scoperta della fotografia sul territorio avvenne in occasione della preparazione della mia tesi di laurea in sociologia, tramite la quale mi inserii in un contesto di ricerca sulla scomparsa della Cultura Rurale nell’Appennino Centrale. Quando tempo dopo ripercorrendo le strade del Monterchiese, oggetto della mia rilevazione fotografica ebbi modo di notare che le strutture che avevo fotografato, dai forni di campagna, alla bottega del fabbro, alle coloniche già in via di abbandono erano scomparse, sostituite da capannoni artigianali e moderne abitazioni, mi resi pienamente conto del valore della fotografia come documento.
Approfondendo il tema arrivai a leggere i saggi e vedere le immagini dei fotografi del “Nuovo Paesaggio Americano”, in modo particolare gli scritti e le immagini di Robert Adams che mi fecero capire come la fotografia di documentazione possa essere allo stesso tempo creativa ed espressiva.
Iniziai a fotografare con metodo il monte de la Verna, luogo a me familiare e ricco di ricordi, cercando di mostrarne i vari aspetti attraverso il mio linguaggio.
La ricerca durò circa tre anni e circa 80 immagini selezionate andarono a formare il lavoro:
“La Verna: un luogo che non cambia”, che è stato oggetto di alcune mostre: presso il “Caffè dei Costanti” ad Arezzo nei primi anni ’90, presso il Castello di Valenzano nel 1999 organizzata dalla facoltà di Architettura dell’Università di Firenze e, più recentemente, 12 immagini della serie sono state esposte nella collettiva “Frank Dituri & Friends” 2011 presso la “Mutsu Gallery” e la “Artspace-Eumeria” di Tokyo.
“Minimalia”, esposta in una personale allo Scacco Matto Cafè di Palermo nel 2006 (Catalogo Edizioni Gente di Fotografia) fu la prima presentazione del lavoro omonimo tutt’ora in progress riproposta poi in una piccola mostra presso Foto Moderna di Siena nel maggio 2013.
“Fuori luogo”, un lavoro sul paesaggio urbano ed extraurbano dove sono presenti i segni dell’uomo a creare contrasti e relazioni, ottenne il 2° premio Ex-Aequo di “Crediamo ai tuoi occhi” 2009 Presso il “Centro Italiano della Fotografia d’autore” di Bibbiena (AR).
Anche questa ricerca continua tutt’oggi.

“Minimalia”

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