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Michael Kenna

Michael Kenna è uno dei fotografi più internazionali del nostro tempo, conosciuto a livello mondiale, è rappresentato dalle più importanti gallerie d’arte del Pianeta. La sua internazionalità la ritroviamo, non solo nell’apprezzamento globale da parte di pubblico e di critica dei suoi lavori, ma anche nei soggetti scelti, scorci presi da ogni angolo del mondo. Kenna infatti non si limita a rappresentare i paesaggi inglesi dove è cresciuto, ma è preso dall’insopprimibile voglia di viaggiare, di visitare Paesi lontani, restando costantemente affascinato dalla scoperta di nuovi scenari di cui cerca di catturare l’atmosfera, imprimendola sulla pellicola.

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Michael Kenna - End of Editions

Michael Kenna realizza una sola tiratura per le sue fotografie

In questa sezione mettiamo a disposizione l’ultima fotografia disponibile di edizioni esaurite.

Biografia

Michael Kenna è uno dei fotografi più internazionali del nostro tempo, conosciuto a livello mondiale, è rappresentato dalle più importanti gallerie d’arte del mondo. La sua internazionalità la ritroviamo, non solo nell’apprezzamento globale da parte di pubblico e di critica dei suoi lavori, ma anche nei soggetti scelti, scorci presi da ogni angolo del mondo. Kenna infatti non si limita a rappresentare i paesaggi inglesi dove è cresciuto, ma è preso dall’insopprimibile voglia di viaggiare, di visitare Paesi lontani, restando costantemente affascinato dalla scoperta di nuovi scenari di cui cerca di catturare l’atmosfera, imprimendola sulla pellicola.

Michael Kenna nasce a Widnes, Lancashire (Inghilterra) nel 1953. Dopo avere a lungo sognato di dedicarsi alla pittura, studia fotografia al London College of Printing. Nel 1975 la mostra The Land, a cura di Bill Brandt, al Victoria and Albert Museum di Londra gli rivela le straordinarie possibilità della fotografia artistica; oltre a Brandt, Kenna riconosce di avere guardato con interesse a Atget, Emerson, Sudek, Bernhard, Callahan, Sheeler, Stieglitz. Alla fine degli anni Settanta, Michael si trasferisce negli Stati Uniti, e va a vivere a San Francisco – in seguito, abiterà prima a Portland e poi a Seattle, dove attualmente risiede.

A San Francisco incontra Ruth Bernhard (1905-2006), sensibile fotografa di nudi e di nature morte, della quale diventa assistente, aiutandola nella stampa delle sue immagini e maturando una grande esperienza in camera oscura, che nitidamente si rivelerà nel tempo in tutto il lavoro di Kenna.

Pressoché dagli esordi, Michael sceglie il paesaggio come tema elettivo delle sue fotografie, avviando una infaticabile ricognizione sugli infiniti volti segreti del pianeta, e arrivandone a toccare tutti i continenti; gli esiti di questi viaggi e soggiorni, determinati da commissioni o da scelte personali, vengono documentati in alcune monografie specifiche e nei cataloghi delle mostre a lui dedicate. Tra le tante esposizioni che si sono tenute in spazi pubblici e in gallerie private, ricordiamo quelle in vari musei francesi, statunitensi, giapponesi – ultima quella alla Bibliothèque Nationale de France di Parigi nel 2009. Tra i suoi cicli ci piace ricordare L’impossibile oblio, sui campi di concentramento e di sterminio nazisti, esposto anche a Palazzo Magnani nel 2002, come sezione della mostra Memoria dei campi.

Micheal Kenna, fotografo paesaggista statunitense, tra i più celebri e apprezzati del mondo, esplora le potenzialità della fotografia analogica attraverso scatti di fotografie in bianco e nero ai sali d’argento con viraggio conservativo al selenio. Nominato nel 2000 Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dal Ministero della Cultura francese, Kenna è noto per il suo stile inconfondibile, caratterizzato dal bianco e nero e dall’utilizzo della fotografia analogica con cui ritrae i luoghi utilizzando punti di vista nuovi e inaspettati in grado di conferire loro un ché di metafisico e mentale. I suoi scatti sono realizzati in momenti della giornata in cui la luce deve ancora manifestarsi completamente a plasmare i soggetti.

I suoi soggetti sono la natura, i tesori architettonici, le città e le aree industriali, che si ammantano di una propria bellezza inquietante anche nel caso più eclatante delle centrali nucleari.
Michael Kenna guarda a questi luoghi da inaspettati punti di vista fisici e mentali e lo fa muovendosi in certi momenti della giornata in cui la luce deve ancora manifestarsi per plasmare quei soggetti che sono solo dei concetti immateriali e praticamente invisibili.
Tempi di posa lunghissimi che restituiscono immagini materiche e languide, spesso realizzate di notte, non senza difficoltà ed eventuali “fallimenti” messi serenamente in conto.
E’ un mediatore, uno straordinario traduttore poliglotta capace di comprendere e immedesimarsi in luoghi e culture così lontani da apparirci spesso scontati anche a causa delle migliaia di immagini-clone  che quotidianamente si impongono ai nostri occhi e inaridiscono la nostra immaginazione invece di stimolarla.

Un artista capace di rinunciare alla velocità per sintonizzarsi su canali di pacifica e rispettosa convivenza con i luoghi da lui visitati e studiati.

Lontano da periodi e da orari dettati da quegli automatismi che ci portano a muoverci tutti contemporaneamente e convulsamente, per farci scoprire ciò che non abbiamo mai avuto nemmeno il tempo di notare. Lontano dall’inquinamento visivo e acustico delle metropoli per riscoprire luoghi e rumori ormai dimenticati. Da cercare e ascoltare, non da subire.

Il suo linguaggio è fuori dalle mode, non “fuori moda”, solo perché, come alcuni asseriscono, romanticamente ancorato alla fotografia analogica e non ancora catapultato nel mondo del digitale. Anche se entrambe le vie portano a risultati potenzialmente simili e comunque emozionanti, egli sceglie la via della riflessione e dell’argento a quella dell’impetuosa cavalcata sull’onda dei pixel. Con il tempo si è forgiato uno stile indiscutibile e inconfondibile, osservando il mondo con lo sguardo dello scultore che di fronte al blocco di marmo sa già dove vuole arrivare ma sa anche che quello che sta per intraprendere sarà un lungo e difficile percorso.
Dalla penombra dei luoghi in cui fisicamente si trova, Kenna parte per un viaggio che non si esaurisce mai dopo i suoi lunghi click ma continua anche più tardi in un luogo altrettanto buio, la camera oscura, dove alla flebile presenza di una lampadina rossa il fotografo si trasforma in stampatore per rivedere e ridonare nuova luce a ciò che aveva già osservato. O forse solo immaginato.

Cataloghi disponibili in Galleria

Michael Kenna, immagini del settimo giorno, skira book

Michael Kenna - Immagini del settimo giorno

AUTOGRAFATO

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Michael Kenna - Confessionali

AUTOGRAFATO

Reggio Emilia, 2007-2016. Ediz. italiana e inglese

60 euro – 7 copie disponibili

‘Entrare in confessionale’ è un’espressione che era – ed è – tipica del sacerdote nelle nostre parrocchie; si intende definire con tale locuzione anche uno dei tratti fondanti il ministero. Il confessionale è un manufatto, un mobile, un arredo che spesso si impone nelle chiese cattoliche e “parla” anche quando non è… abitato; sappiamo, a colpo d’occhio, che nel confessionale il sacerdote può abitare anche per ore. Può essere di fattura nobile, realizzato con legni più o meno pregiati; può essere imponente o modesto.”

60 euro – 1 copia disponibile

Michael Kenna - Retrospective

AUTOGRAFATO

70 euro – 1 copia disponibile

Michael Kenna, Forms of Japan

Michael Kenna - Forms of Japan

AUTOGRAFATO

 euro – 1 copia disponibile

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Michael Kenna il fiume po

Michael Kenna - Il fiume po

AUTOGRAFATO

75 euro – 3 copie disponibili

Il profilo del fiume Po in 102 fotografie scattate nell’arco di 15 anni dalla sorgente alla foce

Chi è Michael Kenna

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