Emilio Tadini
Emilio Tadini rinomato pittore, è stato uomo di cultura a tutto tondo: passando con intuizioni felici dalla scrittura alla critica d’arte, dalla poesia alla drammaturgia, è riuscito a compiere una sorta di osmosi culturale tra diversi ambiti disciplinari. Come pittore inizia negli anni Cinquanta, stagliandosi sul panorama artistico in modo del tutto autonomo e, più tardi, aderisce prima al “Realismo” e poi all’ “Informale”. Ma già in quegli anni la sua attività di scrittore era iniziata sotto l’egida di Elio Vittorini, sulla cui rivista, “Il Politecnico”, Tadini pubblica il suo primo poemetto: “La passione secondo Matteo”, cui fa seguito un’intensa attività critica e teorica sull’arte. Il suo lavoro di scrittore è comunque sempre andato parallelamente alla produzione pittorica.
Dopo l’iniziale realismo esistenziale, l’artista negli anni sessanta, subisce il fascino della “Pop Art” inglese, meno nota dell’analoga corrente statunitense. Di questo periodo è il capolavoro surrealista “Ciclo della vita di Voltaire”. La sua prima esposizione personale è del 1961 alla Galleria del Cavallino di Venezia, ma l’inizio della sua ascesa artistica avviene con la partecipazione alla collettiva presso lo Studio Marconi nel 1965, della quale fecero parte anche altri tre grandi: Mario Schifano, Valerio Adami e Lucio Del Pezzo. Fin dagli esordi, Tadini sviluppa la propria pittura per grandi cicli, costruendo il quadro secondo una tecnica di sovrapposizione di piani temporali in cui ricordo e realtà, tragico e comico, giocano di continuo uno contro l’altro.
Tiene esposizioni personali all’estero, Parigi, Stoccolma, Bruxelles, Londra, Anversa, Stati Uniti e Sudamerica, sia in gallerie che in spazi pubblici e musei. E’ presente inoltre in numerose collettive. Nel 1978 e nel 1982 viene invitato alla Biennale di Venezia. Nel 1986 tiene una grande esposizione alla Rotonda della Besana a Milano dove espone una serie di tele che preannunciano il ciclo dei “Profughi” e quello dedicato alle “Città italiane”, poi presentato nel 1988 alla Tour Fromage di Aosta. Nel 1990 espone allo Studio Marconi sette grandi trittici. Del 1992 è la mostra Oltremare alla Galerie du Centre di Parigi e nel 1993 inaugura una mostra con nuove opere allo Studio Marconi di Milano.
Nel 1995 alla Villa delle Rose di Bologna vengono presentati otto grandi trittici de “Il ballo dei filosofi”. A partire dall’autunno 1995 fino all’ estate 1996 una grande mostra antologica e itinerante ha avuto luogo in Germania nei musei di Stralsund, Bochum e Darmstadt accompagnata da una monografia a cura di A.C. Quintavalle. Nel 1996 la mostra de “Il ballo dei filosofi” viene presentata alla galleria Giò Marconi. Tadini diventa commentatore del Corriere della Sera e dal 1997 al 2000 è presidente dell’Accademia di Brera. Nel 1997 espone presso la Galerie Karin Fesel a Düsseldorf, la Galerie Georges Fall a Parigi e il Museo di Castelvecchio a Verona. Gli ultimi cicli dipinti sono quelli delle “Nature morte” e delle “Fiabe” che nel 1999 sono state presentate alla Die Galerie di Francoforte. Nel 2001 la città di Milano gli ha reso omaggio con una mostra antologica Emilio Tadini: Opere 1959/2000,a Palazzo Reale. Del 2001 è la celebre sede di Palazzo Reale a Milano ad ospitare l’ultima mostra antologica a lui dedicata, all’interno della quale esponenti del mondo della cultura quali Umberto Eco, Arturo Carlo Quintavalle, Alan Jouffroy gli hanno reso l’ultimo omaggio.
Emilio Tadini
Fiaba
Olio su tela, 35×35 cm
Emilio Tadini
“il ballo dei filosofi” 1995
Olio su tela, 30×30 cm