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ARAKIMENTARI

Nobuyoshi Araki

Nobuyoshi Araki è il fotografo più pubblicato al mondo. Il fulcro attorno a cui ruota il suo lavoro quotidiano è il corpo femminile: grazie alla sua arte, un’intera generazione è cambiata e il Giappone si è avviato sulla strada della liberazione sessuale. Travis Klose, regista del film-documentario, ha seguito il fotografo per un lungo periodo, per carpirne sia la vita artistica sia la forte personalità. Non una semplice indagine biografica, ma un vero e proprio viaggio che attraversa l’anima dell’artista. Tra le perle del film le interviste di Björk e Takeshi Kitano ad Araki.

Film documentario

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Biografia

Nobuyoshi Araki (Tokyo, 1940), ingegnere e cineasta di formazione, è tra i fotografi giapponesi più conclamati; noto, in particolare, per il carattere erotico dei soggetti, delle situazioni ritratte e per la prolificità delle sue produzioni. Affascinato dalle donne e dalla città di Tokyo, Araki documenta il quotidiano con l’idea di “mostrare tutto” per quello che è: concentra la sua attenzione sull’industria del sesso giapponese (dagli anni ’80 realizza reportage di Kabukich, zona a luci rosse di Shinjuku, quartiere di Tokyo – Tokyo lucky hole, (1983 – 1985) – mettendo in continuo risalto la sessualità femminile; donne imbavagliate, legate, provocanti. Dal 1963 al 1972 lavora alla Dentsu Advertising Agency. Nel 1965 la prima personal al Shinjuku Station Building di Tokyo e il matrimonio con Yoko Aoki nel ’71, con la quale realizza il diario fotografico Sentimental Journey durante la luna di miele. Yoko muore nel 1990 di cancro alle ovaie: le fotografie dei suoi ultimi giorni sono raccolte nel libro Winter journey.

Araki scatta continuamente in bianco e nero, a colori, utilizzando apparecchi semplici, flash illuminanti e Polaroid per ottenere il massimo di spontaneità e immediatezza. La sua ricerca è volta a indagare il confine tra la vita e la morte, tra l’apogeo e il deterioramento della bellezza (come si vede negli still life dei fiori, splendidi, ma già prossimi al degrado). I suoi temi si articolano in cicli quasi ossessivamente interminabili e dal carattere autobiografico: Tokyo Nostalgy, Tokyo Diary, Tokyo Nude, Polamandara, Shousetsu Seoul. La sua è un’arte che divide, si ama o si odia, ma è difficile che lasci indifferenti. Quando guarda la sua metropoli ricerca un contatto con tutte quelle solitudini che percepisce tra la folla. Insieme alla produzione fotografica si è dedicato a quella cinematografica, in particolare attraverso il progetto Arakicinema. Nel 2005 il regista Travis Klose gli ha dedicato un documentario dal titolo Arakimentari.

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